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POLITICA 28-05-2001

ROMA, L’ULIVO RICONQUISTA IL CAMPIDOGLIO

Veltroni batte Tajani, il Polo recupera posizioni ma fallisce l’assalto alla città di Rutelli
ROMA - Il voto per il sindaco della Capitale, il più atteso per il valore emblematico attribuito alla conquista del Campidoglio. E forse quello che ha fatto consumare più adrenalina ai campioni in campo. Uno strenuo duello, con risultato incerto fino all’ultimo. Ma quando la proiezione Abacus ha raggiunto la totalità del campione prescelto indicando oltre 4 punti di differenza tra Walter Veltroni (52,3%) e Antonio Tajani (47,7%) ogni dubbio è stato messo da parte. L’amministrazione di Roma resta nelle mani del centrosinistra (con Rifondazione). Dopo i sette di Rutelli, altri cinque anni per Veltroni. Un record di continuità di governo per la Capitale.
La notte da cardiopalma era prevista: Walter Veltroni in vantaggio, al primo turno, con il 48,3% contro il 45,2% di Antonio Tajani. Ma da un lato il timore dell’«onda lunga» berlusconiana e dall’altro un impegno parossistico nei tempi supplementari della campagna elettorale hanno dato vita fino all’estremo ad una dimensione di grande incertezza sul verdetto finale dei romani.


SODDISFAZIONE E DELUSIONE. Il risultato ha sciolto un’eccezionale tensione nelle file uliviste, amareggiate il 13 maggio per il passaggio del loro campione al ballottaggio e richiamate alla riscossa oltre che da Veltroni, anche - con grande impegno personale - dallo stesso Rutelli. Alla soddisfazione dei vincitori, che si sono prima radunati presso la sede dell’Ulivo in piazza Santi Apostoli per poi festeggiare ai piedi del Campidoglio, fa riscontro la delusione del centrodestra: da Tajani, pupillo di Berlusconi, a tutti i leader della CdL, cominciando da Fini e Storace, che avevano contato di poter conquistare il Comune sull’onda del successo del Cavaliere nelle elezioni politiche nazionali. «Il nostro impegno per Roma - ha commentato il candidato sconfitto - non cambierà, in Campidoglio condurremo un’opposizione costruttiva». Veltroni (che ha annunciato per martedì le dimissioni da segretario Ds) ha sottolineato «l’importanza del voto romano, una scelta di continuità e di innovazione». Il nuovo sindaco («Da domani comincio a lavorare per questa città») ha voluto «ringraziare gli elettori delle immense periferie, che hanno fortemente contribuito a questa vittoria e a confermare l’orgoglio di Roma».


GLI INTERROGATIVI. Continuità nel nome di Rutelli o cambiamento nel nome del nuovo premier Berlusconi? Mantenere la rocca capitolina nelle mani del centrosinistra (con un governo di centrodestra) o omologare il colore del Campidoglio a quello di Palazzo Chigi (e della Regione Lazio di Storace)? Questo è stato fino all’ultimo istante della campagna elettorale il doppio interrogativo che ha accompagnato al voto i romani. Chi ha sostenuto ancora Veltroni, infatti, non ha potuto fare a meno di pensare all’ex sindaco (anch’egli, con Veltroni, vincitore del ballottaggio). E chi ha invece scelto Tajani ha optato per la seconda volta per un Cavaliere già vincente. Su un’amministrazione più che decorosa durata sette anni è arrivata l’«onda lunga» di Berlusconi che però si è infranta sull’«effetto Rutelli»: e la città si è praticamente divisa in due. Roma aveva inviato tuttavia un messaggio «anomalo»: nel voto strettamente politico, quello per la Camera, gli elettori hanno concesso al centrosinistra ben 17 collegi contro i sette «duelli» vinti dal centrodestra. Una circostanza ritenuta positiva dall’Ulivo, in vista della prova d’appello per Veltroni.
Al primo turno ha prevalso - con i voti di lista - lo schieramento pro Antonio Tajani con 27 mila voti: 641 mila contro 614 mila. Ma il risultato globale è stato favorevole a Veltroni, che ha superato l’antagonista con oltre 53 mila suffragi: 840 mila contro 786 mila. Veltroni ha così ottenuto 226 mila voti «personali» mentre Tajani si è accontentato di 145 mila voti. Anche a questo vantaggio i veltroniani hanno fatto riferimento per sperare nella vittoria ai supplementari.
Giuseppe Pullara

Il Corriere della Sera 28/5/2001