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POLITICA 24-04-2001

RESISTIAMO PRIMA. COL VOTO

APPELLO
Resistiamo prima. Col voto

Il 25 aprile 1994, all'indomani della vittoria elettorale di Berlusconi, Fini e Bossi, fu promossa da il manifesto una grande mobilitazione che unì l'Italia democratica nei valori della Resistenza e della Liberazione. Di fronte al pericolo di una nuova vittoria dello stesso schieramento, riteniamo che quest'anno la celebrazione del 25 aprile richieda, nel richiamo a quegli stessi valori, di mobilitarsi e resistere prima, anche con il voto, anziché dopo che quella vittoria si ripeta.
Tutti i pericoli che allora paventammo si sono infatti, in questi anni, aggravati. E' proseguita l'aggressione delle destre alla Costituzione repubblicana, che Berlusconi ha di recente dichiarato di considerare "ispirata all'ideologia dello stato sovietico". Preoccupa poi che Berlusconi definisca i cinque anni nei quali è restato all'opposizione come una "traversata nel deserto", manifestando una singolare concezione della democrazia oltre che una sete allarmante, e che i dirigenti di Alleanza nazionale a Napoli, sentendo prossimo il traguardo, abbiano dichiarato che per loro questa traversata "è durata cinquant'anni". Resistere significa evitare, col voto, che tutta intera questa destra vada o ritorni al potere, e sconfiggerne il proposito di cambiare la Costituzione anche da sola, modellandola su misura dell'impresa.
Si prospetta inoltre il pericolo che una vittoria delle destre consegni a Berlusconi, che già ha costruito un partito personale di massa grazie al suo impero televisivo e editoriale, anche il controllo della radio-televisione pubblica e perciò un sostanziale monopolio dell'informazione: un pericolo tanto più grave per lo spirito minaccioso di intolleranza che già fin d'ora egli ha espresso nei confronti, non diciamo della libera critica e della satira, ma anche solo della semplice richiesta di chiarimenti sui retroscena delle sue decantate fortune di imprenditore.
Queste stesse fortune risulterebbero d'altro canto enormemente accresciute dall'attuazione di ciascuno dei dodici punti - le "dodici tavole", come Berlusconi li ha chiamati - del programma fiscale di Forza Italia illustrato all'assemblea annuale della Confindustria: dall'abbattimento delle aliquote all'abolizione delle tasse di successione e donazione, dallo svuotamento del regime fiscale delle imprese alla restrizione delle figure del reato di falso in bilancio. Così come sarebbe di nuovo lo stesso Berlusconi ad avvantaggiarsi delle sue annunciate riforme in tema di giustizia, a cominciare da quella diretta a riservare alla maggioranza parlamentare, anno per anno, le decisioni sulle priorità dei reati da perseguire e perciò a minare l'obbligatorietà dell'azione penale e l'indipendenza della magistratura. Né si tratterebbe di danni transitori, facilmente rimediabili dopo, perché tutto ciò inciderebbe sulla cultura dell'intero paese.
Con questi problemi in gioco, non sono compatibili il basso profilo dell'attuale dibattito elettorale e la sdrammatizzazione del confronto politico, preludio a una massiccia e irresponsabile astensione. Il 25 aprile ci ricorda che un dramma c'è stato, e che involuzioni della democrazia, sia pure in forme assai diverse dal passato, sono sempre possibili. Per questo proponiamo di celebrarlo quest'anno come presa di coscienza e ritorno all'impegno, anche per vincolare chi dovrà governare, se questa destra sarà battuta, ai valori richiamati dalla sua memoria e dalla mobilitazione che intorno ad essi sapremo realizzare.



Stefano Anastasia, Maria Luisa Boccia, Luigi Bonanate, Franco Bonsignori, Michelangelo Bovero, Gabriele Cerminara, Luigi Ferrajoli, Pino Ferraris, Domenico Gallo, Marina Graziosi, Raniero La Valle, Giacomo Marramao, Mario Palma, Massimo Pavarini, Claudio Pavone, Tamar Pitch, Bianca Pomeranzi,Eugenio Ripepe, Antonia Sani, Luigi Saraceni, Danilo Zolo, Comitato per la Democrazia internazionale, Pace e diritti, Lega Italiana per i dritti dell'uomo

Il Manifesto 24/4/2001