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POLITICA 29-05-2001

IL SENSO E IL PESO DI QUESTO VOTO

da l'Unità del 28/05/2001

di Furio Colombo


Ci domandano, nelle interviste che arrivano nella notte da radio e televisioni ed anche di colleghi europei, se questa affermazione netta e felice dei candidati del centro sinistra sia una “rivincita”. Rivincita è una parola che richiama vendetta. E’ un concetto estraneo a una giornata di voto. Toglie qualcosa alla dignità di tutti coloro che hanno partecipato, votando in un modo o nell’altro.
Nelle democrazie consolidate, dove è frequente la dissonanza fra voto locale e voto nazionale, si deve rispondere di solito a queste due domande: se e quanto abbiano contato le persone che si sono confrontate. Se e in che modo il voto locale ha senso e peso sul piano nazionale. Nel caso italiano la prima risposta è semplice. Veltroni, Chiamparino, Jervolino hanno rappresentato con tenacia e passione il solo obiettivo di servire la città. Hanno messo la città al centro e hanno cercato percorsi che riguardassero gli interessi condivisi dei cittadini. Questo non vuol dire svalutare le persone che hanno rappresentato il centro destra. Ma ad essi è stato richiesto di rappresentare altro che la città. Gli interventi continui del loro capo hanno creato l’impressione sgradevole che le città dovevano essere conquistate per darle in dono a un leader visto come protagonista unico della politica e indicato come benefattore delle città. E’ stata evidentemente una strategia sbagliata. I cittadini hanno una soglia critica, un senso di autonomia e di orgoglio più alto del desiderio di dire grazie ad un benefattore che forse concederà e forse no i fondi nazionali.
Il voto della notte del 27 maggio, poi, getta luce sul senso complessivo di ciò che sta accandendo in questi giorni cruciali in Italia. Un po’ più del cinquanta per cento degli italiani ha votato il 13 maggio per il centro destra. Un po’ più del cinquanta per cento degli italiani ha votato il 27 maggio per le città del centro sinistra. Questo dice, a chiunque voglia esaminare con buon senso e attenzione lo stato d’animo del Paese, che i sindaci governeranno senza alcuno spirito di rivincita con la sola intenzione di rappresentare in pieno le loro città. Ma è bene che il governo sappia che non è tempo di parate su e giù per i Fori Imperiali. Come i sindaci, governo e ministri faranno bene a ridisegnare con colori e orpelli un po’ più modesti le nuove divise del potere. Il compito di governare con la regola e lo spirito democratico richiede sempre, e tanto più quando lo si fa con pochi voti, una buona dose di serenità e di modestia. Sono sentimenti che, nel trionfalismo troppo teatrale di questi giorni non si sono ancora visti.