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POLITICA 29-05-2001

CONCLUSA L'ASPRA CAMPAGNA ELETTORALE È TEMPO D'IMPEGNARSI PER IL BENE COMUNE

ROMA, 28.
Con il voto per i ballottaggi si è chiuso il lungo, estenuante e per certi versi disorientante periodo della campagna elettorale. La nazione ha scelto chi dovrà governare per i prossimi cinque anni, le città hanno i loro sindaci.
Ancora una volta il popolo italiano ha dimostrato grande maturità. I cittadini, malgrado le assurde difficoltà di due settimane fa ai seggi, ieri sono tornati alle urne in buon numero - considerando l'oggettiva diversità rispetto alle politiche e il fatto che si trattava del secondo turno - mostrando consapevolezza dell'importanza del gesto. Ora la speranza è che quanti sono stati eletti, ai vari livelli, comincino a lavorare seriamente per il bene della comunità, senza deludere le attese degli elettori.
Il dato per così dire aritmetico di questi ballottaggi è che nelle sette città capoluogo, a cominciare dalle tre metropoli più importanti, i candidati sindaci del centro sinistra hanno prevalso, sia pure di stretta misura, confermandosi nelle amministrazioni delle quali già erano alla guida. Roma, Napoli, Torino, Rimini e Belluno sono infatti andate all'Ulivo, mentre il centro destra si è affermato a Rovigo e a Benevento.
Nella capitale il segretario dimissionario dei Ds, Veltroni, ha ottenuto oltre 4 punti percentuali di vantaggio sull'esponente del centro destra, Tajani.
A Napoli l'ex ministro Rosa Russo Jervolino è diventato il primo sindaco donna del capoluogo partenopeo superando Antonio Martusciello con il 52,9%.
Anche a Torino, gli elettori hanno confermato la maggioranza uscente di centro sinistra eleggendo Sergio Chiamparino che con il 52,8% ha battuto il contendente del centro destra Roberto Rosso.
A Belluno, Ermanno De Col, candidato del centro sinistra, ha superato con il 51,8% dei voti Luigi Panzan, sostenuto dalla Casa delle Libertà. A Rimini l'ulivista Alberto Ravaioli ha avuto il 52,5% dei voti contro Gianluca Spigolon, candidato del centro destra.
Vittoria, invece, dei candidati della Casa delle libertà a Rovigo, dove Paolo Avezzù, con il 53,8% ha tenuto a distanza il suo avversario Fausto Merchiori e, in misura più ridotta, a Benevento, ove Sandro D'Alessandro ha prevalso su Pasquale Grimaldi con il 50,4%.
Anche nelle due province in cui si votava per il ballottaggio, Mantova e Lucca, i candidati del centro sinistra hanno ottenuto più consensi dei loro avversari. A Mantova Maurizio Fontanili si è aggiudicato il 51,4% dei suffragi contro il 48,6% di Stefania Concordati, che era in testa dopo il primo turno. A Lucca Andrea Tagliasacchi ha superato Giovanni Santini con il 53% dei voti.
Sempre sul piano dei numeri, si può parlare di sostanziale parità tra i due maggiori schieramenti per quanto riguarda i 68 Comuni con più di quindicimila abitanti coinvolti nel ballottaggio di ieri (esclusi i sette capoluoghi di provincia). Il responso delle urne ha infatti sancito la vittoria di trentadue sindaci dell'Ulivo e di trenta della Casa della Libertà.
Gli altri sei sono espressione di liste con connotazioni diverse e alleanze particolari, spesso trasversali alle aggregazioni presentatesi alle politiche. È il caso di Sora (Frosinone), Valenzano (Bari), Terracina (Latina), Castelfidardo (Ancona), Gubbio (Perugia) e Mugnano di Napoli (Napoli).
A Sora il nuovo sindaco è espressione di una coalizione formata da Alleanza Democratica, una lista civica (il Centro) e Democrazia europea; questa lista ha avuto la meglio sul candidato di An, Ccd-Cdu, Fi e di una lista civica.
A Valenzano l'ha spuntata il candidato di An, Democrazia Europea e Ccd che ha battuto quello di CdU, nuovo Psi, nuova Democrazia cristiana, Forza Italia, liberal Sgarbi. Anche a Terracina il confronto è stato fra candidati di centro destra: ha vinto quello presentato da Cdu, Democrazia europea e An, che ha avuto la meglio su quello di Forza Italia, Udeur e liste civiche.
A Castelfidardo si è registrato una sorta di plebiscito per il candidato di una lista civica che si opponeva al rappresentante di Rifondazione comunista, Ds, Ppi, Sdi, Pri. A Gubbio il confronto è stato fra liste civiche affiancate da Rifondazione (risultate vincenti) e Ds, Sdi, Comunisti italiani.
Infine a Mugnano di Napoli il neosindaco è espressione di Ppi, Democrazia europea, Rifondazione, Lista Di Pietro e Democratici. Il suo avversario era invece sostenuto da Ds, Rinnovamento italiano, Verdi, Comunisti italiani, Udeur e Social democratici italiani.
Come connotazione regionale, si può forse menzionare la Calabria ove il centro destra ha visto eleggere quattro sindaci su cinque.
Toni più pacati, rispetto alla vigilia, hanno contrassegnato i primi commenti ai risultati dei ballottaggi. Secondo il Guardasigilli uscente, Fassino (che aveva condotto la campagna elettorale per le politiche come vice del candidato premier Rutelli), il secondo turno delle amministrative mostrerebbe "un equilibrio nei rapporti di forza tra centro sinistra e centro destra che già si era visto nell'esito del voto del 13 maggio". Anche il segretario del Ccd, Pier Ferdinando Casini, ha parlato di un "equilibrio" per il quale "si vince e si perde sul filo di lana; è evidente - ha aggiunto - che il Paese ha scelto due poli".
L'analisi da trarre dal voto di ieri è, secondo il diessino Salvi, che bisogna andare "oltre l'integralismo dell'Ulivo, perché i risultati hanno dimostrato che se i voti di Di Pietro e di Rifondazione fossero confluiti su una proposta comune il 13 maggio ci sarebbe stata una vittoria del centro sinistra".
Per Giuliano Urbani, di Forza Italia, "il grande equilibrio che viene fuori nelle città più importanti esclude di poter attribuire un valore politico nazionale a questi ballottaggi"

L'Osservatore Romano - 28-29 Maggio 2001