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SOCIETÀ 08-06-2001

BONSAI

ora si ride

sebastiano messina

I tedeschi ci sfottono. Dicono che piangiamo troppo. Sostengono che il paese dei latin lover è diventato la patria del pianto maschile. «Lacrime di uomini: Italia sott'acqua» titolava ieri in prima pagina «Die Welt», riepilogando con implacabile, teutonica precisione tutti gli episodi di pubblica commozione maschile, da Nanni Moretti a Cannes a Pier Ferdinando Casini a Montecitorio, da Lamberto Dini in tv ad Achille Occhetto al congresso del Pds. Ma quello che più ha colpito i tedeschi - il più razionale, serio e algido tra i popoli europei - sono state le lacrime di Silvio Berlusconi. Il quale, come ha notato il corsivista di «Die Welt» ormai piange spesso. Ha pianto per i bambini del Ruanda, ha pianto per il naufragio degli albanesi, ha pianto per l'inno di Mameli. Sono cose che a Parigi, a Vienna o a Londra non succedono. Figuriamoci a Berlino: «Aspettiamo ora con ansia quando le lacrime oltrepasseranno le Alpi», concludeva il quotidiano.
Sono parole commoventi. Che potrebbero strapparci persino una lacrima. Ma non vorremmo che i tedeschi ci copiassero fuori tempo: loro non sanno che da noi anche i sentimenti obbediscono alla regola dell'alternanza. Per cinque anni ha governato l'Ulivo, ora tocca a Berlusconi. Fino a ieri andava di moda piangere, adesso si cambia. Da domani si ride.

La Repubblica 8/6/2001