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POLITICA 24-04-2001

LA RABBIA DEL CAVALIERE

La rabbia del cavaliere
Il divorzio
Berlusconi furibondo: "E' D'Alema a speculare su una vittima del terrorismo. Credevo in lui, invece tornano fuori le sue radici comuniste"

ANDREA COLOMBO

Il duello prosegue e stavolta, tra Massimo D'Alema e il suo conclamato estimatore Silvio Berlusconi, s'arriva quasi al divorzio. L'ex premier torna su quell'infausta battuta del cavaliere, l'omicidio D'Antona come "regolamento di conti a sinistra", corretta con tanto di tardive scuse dal diretto interessato, ma confermata da altri ufficiali del Polo. Come il presidente della regione Lazio Francesco Storace, che, intervistato dalla Stampa, carica in schietto stile ex Msi: "D'Antona è stato ucciso dai signori comunisti". O come Rocco Buttiglione, che predilige il messaggio obliquo e allusivo caro ai prelati, e in Sicilia anche a qualcun altro: "La sinistra la smetta con questa vergognosa speculazione, altrimenti potremmo cominciare a parlare delle zone d'ombra che circondano l'omicidio D'Antona". ("Buttiglione deve spiegare, altrimenti si tratta di un messaggio mafioso", commenta Mussi e in effetti qualche precisazione da parte del cattolicissimo Rocco non ci starebbe male).
In mezzo a questo infuriare di stilettate, D'Alema va all'attacco. "Quella di Berlusconi - dice - è una strategia mediatica. Solleva polveroni per far passare in secondo piano i programmi". O meglio, la mancanza degli stessi.
La reazione del gran capo azzurro dimostra una volta di più quanto tesi siano i nervi dell'uomo, più che mai dopo l'imperdonabile errore della battutaccia su Massimo D'Antona. "Adesso basta", strilla re Silvio rivolgendosi direttamente a D'Alema. "Tornare su questo argomento - prosegue - è puro sciacallaggio. Debbo dirvi con rammarico che siete voi della sinistra a strumentalizzare una vittima del terrorismo per un pugno di voti". Furibondo, il cavaliere toglie a D'Alema il titolo di capo dell'opposizione, o almeno di suo referente privilegiato, che lui stesso gli aveva concesso: "E pensare che io avevo cominciato a sperare che lei potesse portare gli eredi del comunismo italiano verso la socialdemocrazia. Invece il miraggio di una vittoria nel collegio, fa tornare fuori le radici comuniste".
Delusioni amorose a parte, la rabbiosa reazione del capo della destra, il tentativo improbabile di rivolgere contro i rivali l'accusa di strumentalizzazione elettorale, chiariscono quanto Berlusconi si muova ormai a disagio nella campagna da lui stesso scatenata con la denuncia delle minacce a suo danno. Sulla stampa americana ed europea campeggiano commenti unanimi. Tutti, dal Wall Street Journal al Financial Times alla Suddeutsche Zeitung, segnalano la sospetta contemporaneità tra le ultime uscite di Berlusconi e il miglioramento delle posizioni di Rutelli nei sondaggi, sottolineano la "battuta d'arresto" del leader forzista, denunciano il crescente "nervosismo del magnate dei media".
Per capire quanto titoli del genere debbano disturbare il candidato della Casa delle Libertà bisogna ricordare che l'opinione dell'Europa rappresenta la sua spina nel fianco. Convinto di vincere le elezioni, Berlusconi già si prepara a dover fare i conti con un continente che non lo apprezza e si fida pochissimo di lui. Non a caso, la sola casella che davvero lo preoccupi nei governi virtuali che disegna già da mesi è il ministero degli Esteri. E proprio quella casella resta vacante, dal momento che nessuno dei nomi illustri che l'uomo di Arcore vorrebbe spendere sulla piazza europea pare disposto a prestarsi al gioco. La sospetta offensiva sulle minacce a suo danno, coronata dalla clamorosa battuta sull'omicidio D'Antona, non solo rischiano di fargli perdere qualche voto prezioso, ma soprattutto infliggono l'ennesima mazzata alla sua credibilità in Europa e oltreoceano.
Lo scontro politico ha il suo puntuale riscontro radiotelevisivo. Stavolta nel mirino c'è la trasmissione Telecamere di Anna La Rosa. Il diessino Falomi e il verde Cento accusano la conduttrice di aver tagliato il passaggio dell'intervista a Olga D'Antona in cui la vedova della vittima delle Br dichiarava di non aver mai ricevuto le condoglianze di Silvio Berlusconi. "Nessuna censura", risponde Anna La Rosa. Solo la necessità di operare alcuni tagli per dare a Rutelli, ospite del programma, il tempo "di illustrare il più possibile il programma dell'Ulivo". Di "tagli" nel giornalismo c'è spesso bisogno, tanto più in tv. Di solito però non è la notizia inedita quella che si taglia.

IL Manifesto 24/4/2001