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CULTURA 03-05-2001

IL GRANDE COMPLOTTO DI BOSSI

REMO CESERANI

Colpisce la diffusione nella cultura italiana, specie giornalistica, di quella che Richard Hofstadter e Mark Fenster hanno chiamato "teoria della cospirazione" o "stile paranoico".
Nel paese di Machiavelli e Guicciardini, ma anche di Verri e Cattaneo, la cosa fa un po' impressione. Machiavelli e Guicciardini, che non amavano le cospirazioni (peraltro allora ben presenti nei palazzi del potere signorile e principesco), hanno elaborato tecniche di analisi molto raffinate e concrete dell'agire politico. Nessuno di quei pensatori si è affidato alle teorie astratte e alle dietrologie, ma ha sempre pazientemente lavorato sui moventi e sugli interessi dell'agire economico ed etico.

Quando si leggono, per esempio, i discorsi di un Bossi o anche, purtroppo, di alcuni degli intellettuali che sono servilmente saliti su quello che hanno fiutato poter essere il band-wagon vincente della destra populista, in molti buttando a mare il loro passato e la loro dignità intellettuale, si rimane sconcertati. I loro discorsi rientrano in pieno nella sindrome studiata da Hofstadter. Come tanti autori americani del sottobosco pubblicistico che alimenta l'industria delle teorie cospiratorie, mettono insieme, tranquillamente, massoneria e opus dei, servizi segreti e trilaterale, plutocrazia economica e brigate rosse, il Vaticano e Cossiga (lui stesso buon conoscitore e suscitatore, come Andreotti, dall'interno del palazzo, di queste paranoie).
Si legga, tanto per citarne uno, il libro di Michael Howard, The Occult Conspiracy (Destiny Books, 1989). Le grandi cospirazioni (e si arriva alla P2 di Licio Gelli e al presunto assassinio di papa Luciani) hanno la caratteristica di nutrirsi l'una dell'altra, di attraversare i millenni tessendo sempre la stessa rete: dallo sbarco degli extra-terrestri nel Tibet (10.000 a. C.) alla distruzione di Atlantide, dalla fondazione dell'ordine dei Rosacruciani nell'Egitto dei faraoni all'introduzione dei culti dionisiaci in Grecia, dal viaggio di Gesù Cristo in India per essere introdotto nei culti esoterici alla fondazione dell'ordine degli assassini mussulmani fumatori di hashisc e via via ai Druidi, ai Templari, a Cagliostro, agli Illuminati.

L'America è il paese che produce e consuma con più gusto e ingordigia questa robaccia. Ma è anche il paese in cui è appena uscita un'inchiesta giornalistica molto seria (di cui ha riferito su queste pagine Marco D'Eramo) sull'operato del grande consigliere della Casa bianca Henry Kissinger al tempo del Vietnam e del Cile. Il paese in cui, sulla stessa rivista "Harper's" in cui è apparsa, prima di diventare libro, l'inchiesta su Kissinger di Christopher Hitchens, era uscita, durante la campagna elettorale per le presidenziali, un'inchiesta documentatissima su George Bush, sulle sue ricchezze e sui suoi sostenitori texani e sui lati oscuri della sua opera di finanziere, petroliere, padrone di una squadra di foot-ball, ecc. ecc.
Paradossalmente Bossi, anziché ispirarsi alla cultura illuministica, concreta e fortemente legata ai luoghi e alle città, della sua Lombardia o dell'Italia dei comuni, dei ducati e delle signorie, sembra invece fondare molto del suo immaginario su una storia tipicamente romana, fatta di congiure tra massoni, cavalieri d Malta, conti di San Germano: anziché gli studi economici, i trattati giuridici, gli articoli del "Caffè" molta cattiva letteratura di appendice, dai Beati Paoli ad Andreotti romanziere.
Il Manifesto 3/5/2001